IL DRAMMA DEL 25
DICEMBRE
Natale era alle porte e le
vetrine dei negozi
brillavano di luci rosse,
la città era incantevole
e nell'aria fredda si
respirava il fascino della
magia dei preparativi.
Dicembre, il mese dei regali,
il mese della speranza, il mese della
fine e della rinascita, il mese delle promesse,
dell'amore, della famiglia e della bontà.
Quando un anno finisce,
insieme a esso si consumano i ricordi,
portando appresso uno strascico di malinconia
e un senso di vuoto. Ma che ci importa? Le
speranze sono tante, nuovi obbiettivi per il
nuovo anno ci
stimolano a tal punto da
dimenticare ogni cosa del passato. Come dico
spesso, bisognerebbe vivere solo d'inizi
poichè solo così ci si sente vivi, nuovo anno
nuovi traguardi da raggiungere, nuovi stimoli.
Respiriamo, siamo vivi.
Ricordo ancora come fosse ieri quella mattina
del 25 Dicembre, la luce passava attraverso i
fori della finestra e il sole riscaldava quel
freddo intenso del
natale, mi svegliai felice e
come ogni mattina iniziai a pensare quanto
ero fortunato ad aver trovato la mia strada,
ero riconoscente all'universo per avermi dato
l'energia necessaria che utilizzavo per
raggiungere i miei obbiettivi. Erano le 9 del
mattino e dopo aver meditato e ringraziato
l'universo e me stesso, rimasi qualche altro
minuto a letto con il telefono,
non avevo voglia
di alzarmi. Ogni mattina in genere, dopo aver
meditato, mi alzavo e accendevo il pc, ma
quella mattina decisi che l'avrei lasciato
spento, forse perchè era natale e non mi
andava di passare del tempo davanti a un pc,
passavo già abbastanza tempo così in tutti gli
altri giorni. Ma nemmeno un secondo passò
dal metabolizzare questa decisione che mi
alzai e accesi il pc.
Mai l'avessi fatto. Il dramma era alle porte.
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